Crisi climatica ed ecoansia: l’allarme dei giovani italiani
In occasione della Giornata Mondiale della Terra (22 aprile), UNICEF Italia ha diffuso i risultati del sondaggio “Crisi climatica ed Ecoansia in Italia”, realizzato in collaborazione con YouTrend. L’indagine analizza la percezione dei giovani italiani rispetto al cambiamento climatico e l’impatto sulla salute mentale.
Bambini e adolescenti i più colpiti
Secondo UNICEF, quasi metà dei 2,4 miliardi di minorenni nel mondo è esposta a shock ambientali e climatici. Bambini e bambine sono tra i più vulnerabili: il 90% del carico globale delle malattie ambientali ricade sui minori sotto i 5 anni. Anche l’Europa non è esente: 466 milioni di under 18 vivono in aree soggette a frequenti ondate di calore, raddoppiate rispetto a 60 anni fa.
Ecoansia: un fenomeno diffuso anche in Italia
Il sondaggio rivela che il 24% degli italiani ha sentito parlare di ecoansia, e il 22% si riconosce nella definizione, una volta spiegato il termine. Il 7% ha manifestato sintomi fisici (come mal di testa o palpitazioni) settimanali legati all’ansia ambientale, mentre il 9% ha avuto sintomi psicologici ricorrenti.
Tra gli under 45, il 32% afferma che la paura per la crisi climatica scoraggia il desiderio di avere figli. Inoltre, quasi 7 italiani su 10 credono che il destino dell’umanità sia compromesso, mentre il 60% dichiara di non riuscire a controllare le preoccupazioni ambientali.
Responsabilità e comportamenti sostenibili
Il 68% degli intervistati sente una forte responsabilità nel vivere in modo sostenibile, e il 61% prova disagio quando non riesce a farlo. Le azioni più diffuse sono:
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raccolta differenziata (68%)
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riduzione del consumo d’acqua (49%)
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attenzione ai consumi energetici (40%)
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riduzione del consumo di carne (28%)
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rinuncia all’auto privata o a viaggi in aereo (20%)
Molti tra coloro che non adottano ancora queste pratiche, affermano di essere disposti a farlo, soprattutto in merito alla raccolta differenziata.
Il ruolo dell’informazione
Il 78% degli italiani afferma di venire a contatto con notizie sul cambiamento climatico almeno tre volte a settimana. Tuttavia, tra i giovani questa esposizione scende al 69%, segnalando un gap informativo da colmare.
Le raccomandazioni dell’UNICEF
UNICEF Italia chiede di:
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Ascoltare e coinvolgere i giovani nella definizione di politiche per salute mentale e clima.
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Offrire sostegno psicosociale a famiglie, scuole e comunità.
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Raccogliere dati disaggregati per orientare gli interventi.
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Integrare salute mentale e clima nelle strategie di riduzione dei rischi ambientali.
Con la campagna Cambiamo ARIA, UNICEF promuove la consapevolezza climatica tra le nuove generazioni. È possibile scoprire il proprio impatto sostenibile su www.misurailtuoimpatto.unicef.it.



